Alle pendici sud orientali della catena montuosa del Montiferru circondata da fitti boschi, sorge a 503 mt s.l.m. il paese di Santu Lussurgiu. Conta 2200 abitanti e il suo nome deriva dal santo-soldato San Lussorio, martirizzato nel 303 sotto l'Imperatore romano Diocleziano.
La sua economia si basa prevalentemente sull’allevamento bovino di Bue Rosso - le cui carni e il formaggio "casizzolu" sono da tempo presidio slow food -, ma anche sull’artigianato tessile e sulla realizzazione di tipici coltelli e attrezzature per i cavalli.
I boschi di querce e di lecci compresi fra Santu Lussurgiu, Seneghe, Bonarcado e Cuglieri si alternano ai prati e pascoli ma anche agli uliveti vigneti, castagneti e piante di ciliegio che verdeggiano in prossimità del centro abitato. Scoprendo il territorio ci si imbatte nelle tante sorgenti che circondano il paese: dalle fonti di San Leonardo a quelle di Santa Filidiga, Funtana Urtigu, Abbaiumpa, di Sibanis e Sa Preda Lada e altre ancora.
Nelle cime più alte, alla fonte di Elighes Uttiosos, dove l'acqua sgorga sotto lecci secolari nasce Su Riu 'e Sos Molinos, confine naturale tra i comuni di Santu Lussurgiu e Bonarcado, lungo il quale si trova il piccolo laghetto di "Su foiu de Tiu Panne Dente" e poco più avanti si arriva a s’Istrampu 'e sos Molinos, noto come le cascate dei Mulini. La ricchezza d’acqua ha sempre svolto una rilevanza essenziale all'interno dell'economia del paese, come testimoniano i tanti mulini e gualchiere attivi in passato.
Sulla pendice sud-est della breve catena del Montiferru, a m. 689 s.l.m. si trova la villa delle Sette Fontane, diventata poi San Leonardo de Siete fuentes. Fu fondata nel XII sec, prima di Santu Lussurgiu, intorno alla chiesa del santo di Noblac dai Cavalieri di San Lazzaro, poi diventati Cavalieri di Malta. Le prime costruzioni, di cui non si conserva quasi più traccia, riguardarono due ospedali destinati alla cura dei lebbrosi e soldati di ritorno dalle crociate: la zona fu scelta per la sua salubrità e per la presenza di abbondante acqua. La chiesa di San Leonardo fu ampliata conservando in parte lo stile romanico e solo in alcune parti assunse lo stile gotico dell'epoca. A causa delle guerre e dell'epidemia di peste che nel 1300 sconvolse l'Europa, l'insediamento medievale perse importanza e abitanti, mentre crebbe quello di Santu Lussurgiu.
Il paese vanta uno tra i centri storici meglio conservati dell'isola. Ha una caratteristica struttura ad anfiteatro che lo ripara dai venti dominanti, con la sola apertura a mezzogiorno. Le case presentano la tipica struttura a torre con pietre a vista ben squadrate, archi di controspinta, stipiti in basalto e trachite dalle diverse sfumature. Le strade, ripide e tortuose, conservano l'antico acciottolato. Ammirando le antiche abitazioni si incontrano la chiesa di Santa Croce, consacrata nel 1185, e intitolata a San Lussorio, intorno alla quale sorse il nucleo abitato del paese e la chiesa di Santa Maria degli Angeli, in stile tardo gotico-aragonese, come si legge nel suo atrio, sorta nel 1473 per volere dei frati minori osservanti che giunsero a Santu Lussurgiu nel 1420. Conserva al suo interno la preziosa statua lignea del 1500 della Madonna degli Angeli col Bambino ed è arricchita da un pulpito a da una pregevole pala d'altare in legno policromo.
Ma la presenza umana nel territorio di Santu Lussurgiu risale al prenuragico, come dimostrano le numerose domus de janas, tra le quali si annoverano per ampiezza e tecnica costruttiva quelle di Matziscula. Degni di nota i dolmen e i numerosi nuraghi, alcuni in buono stato di conservazione.
Il passaggio dei Romani è documentato dai resti dei villaggi di Santa Ittoria, Camputzola e Banzos. Il territorio fece parte del Giudicato di Torres fino al 1259 poi del Giudicato di Arborea nella curatorìa del Montiverru fino al 1420 quando la Sardegna perse la sua indipendenza e cadde sotto il controllo degli aragonesi.
Nel 1761 Giovanni Battista Massidda fondò l'istituzione del Monte Granatico come deposito di grano di mutuo prestito per i coltivatori.
A metà del 1800 grazie a cospicui lasciti fu fondato l'Istituto Salesiano Carta-Meloni che restò attivo fino all'anno 2000, frequentato dal 1906 al 1908 da Antonio Gramsci. Il paese diede i natali al politico Francesco Maria Barracu, ministro della Repubblica Sociale Italiana.
Numerosi sono gli eventi che ruotano intorno alla tradizione equestre lussurgese, come Sa Carrela 'e nanti, s’Ardia de su Coro de Zesusu, e s’Ardia di S. Lussorio, e ancora la fiera del cavallo. Ma tra gli appuntamenti che non possono essere disettesi si annoverano i riti della settimana santa o gli altrettanto suggestivi Cantigos in Carrela. Da visitare il museo della tecnologia contadina, custode della memoria del passato dei lussurgesi.