Bauladu sorge nel centro geografico della Sardegna, laddove diverse regioni storiche si incontrano per dar luogo ad un caleidoscopio di sfumature ambientali e culturali.
Il suo territorio, incastonato tra montagne e pianure, è da sempre un naturale luogo di collegamento e di passaggio: una vocazione caratterizzante talmente radicata da essere rappresentata dal toponimo stesso bau-ladu, dal sardo badu ladu - a sua volta dal latino vadum latum - indicante quel guado largo sul Rio Cìspiri che funge da porta di comunicazione e nodo di scambio tra le distese del Campidano e gli altopiani basaltici del Guilcer, tra le aree costiere del Sinis, le colline interne del Barigadu e il massiccio del Montiferru.
A Bauladu la Sardegna cambia. Muta l’ambiente, attraversato dalla linea di cambio climatica e florofaunistica, caratterizzato da scorci che pongono in risalto il contrasto tra le aree vulcaniche coperte da macchia mediterranea, le rigogliose vallate fluviali con le loro antiche sorgenti e le fertili zone agricole. E al mutare dell’habitat naturale si affianca inevitabilmente un intreccio di culture: la variante bauladese della Lingua sarda si contraddistingue per il curioso amalgama tra lemmi tipici del logudorese e forme verbali e desinenze del Campidano. Allo stesso modo la tecnica costruttiva edilizia vede l’armonica compresenza della pietra basaltica, assente a Sud, delle multicolori trachiti ma anche del làdiri, i mattoni in terra cruda e paglia.
Notevole il contesto paesaggistico di Zinnuri, con la presenza di una parco comunale caratterizzato dalla presenza di olivi e olivastri secolari, si segnala anche la presenza di un rifugio rurale; si può visitare il nuraghe e in particolar modo la sorgente, attorno alla quale è presenta un’area attrezzata per il ristoro all’aperto con tavoli e panche in legno; la visitazione è garantita per la presenza di un’area di sosta per le autovetture.
Nel territorio di Bauladu la presenza dell’uomo è rintracciabile sin dal IV millennio a.C., come attesta la presenza delle domus de janas, attribuite alla Cultura di Ozieri (dal 4000 a.C al 2900 a.C.). Considerate dalla leggenda come ‘case delle fate’, furono luoghi di sepoltura del periodo Prenuragico.
La Civiltà Nuragica rende Bauladu protagonista del Bronzo Medio con la sorgente di Tzinnuri, alcune tombe dei giganti e decine di nuraghi, tra i quali spiccano in originalità Cràbia e Santa Barbara. Quest’ultimo, con il suo villaggio dotato di una fonderia per bronzetti, rimarrà un importante insediamento nelle epoche punica e romana fino agli albori di quella Giudicale.
Nel cuore del paese sorge la chiesa di San Gregorio Magno, la cui struttura originaria è databile al XIII secolo, citata anche nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado che indica la presenza di un priore nel 1228.
Nella campagna su di una collina si trova una chiesa dedicata a S. Vittoria, il cui anniversario ricorre il 15 maggio. Concorre dai vicini paesi molta gente per la festa della titolare: si celebrano pubblici balli e si corre il palio. Con queste parole Angius e Casalis citano nel loro Dizionario (1833-1856).
La toponomastica bilingue, una peculiarità di Bauladu, racconta la storia millenaria della Sardegna e dei suoi esponenti più illustri: dai condottieri Amsicora e Josto ai governanti giudicali come Mariano IV, passando dai minatori martiri dello sciopero di Buggerru fino ai poeti Montanaru e Satta.
Nel XX secolo Bauladu dà i natali al pittore Antonio Atza, artista eclettico, annoverato tra i maestri più apprezzati dell’arte sarda del secondo Novecento. Oggi, l’aula consiliare a lui dedicata, conserva cinque delle opere più rappresentative del suo percorso creativo.
La cucina tradizionale bauladese si basa su piatti semplici e genuini, realizzati con i prodotti delle aziende agricole locali, tra cui le carni di agnello, capretto, maialetto e bue rosso, i formaggi ovini e vaccini, l’olio di oliva, le verdure e la frutta delle campagne del paese.
Da qualche tempo sa saba si utilizza come ingrediente della birra artigianale prodotta a Bauladu, una eccellente sintesi tra tradizione e innovazione dei sapori.
La produzione artigianale di Bauladu si è espressa storicamente nella tessitura, nella cestineria, nell’antica arte dell’intreccio delle canne e nella lavorazione del basalto.