Nella zona settentrionale del Campidano di Oristano, alle pendici del Montiferru si incontra Milis, conosciuto in Sardegna come “il paese delle Arance”. Conta circa 1500 abitanti e si estende per 18,67 kmq lungo i corso del Riu Mannu e del rio Cispiri. Il territorio è ricchissimo di acque sorgive, che si raccolgono in numerosi piccoli corsi d’acqua, affluenti del Riu Mannu, attraversando terreni fertili, ricchi di aranci, olmi, cipressi e canneti talvolta recintati da grandi portali settecenteschi di accesso alle proprietà, manifesto della consolidata tradizione agricola del borgo.
Il comune venne fondato nel XIII secolo. Furono i monaci camaldolesi di Bonacardo ad iniziare lo sfruttamento del fertile territorio, impiantando nell’attuale località is Ortus de is Paras, varie coltivazioni e in particolare frutteti. La sua economia è prevalentemente agricola: Milis è conosciuta in tutta l’isola come luogo di produzione di agrumi, ma anche di ottima vernaccia, celebrata a novembre nella Rassegna dei vini novelli. I monaci vi edificarono numerose chiese, tra le quali la chiesa di San Paolo, San Giorgio di Calcaria e di San Pietro di Milis Pizzinnu.
Ma la presenza umana nel territorio affonda le radici nell’età nuragica: nelle campagne che abbracciano il perimetro abitato si ergono i nuraghi Canale, Cobulas, Mura Cabonis, Su Livariu. Divenne poi sede di un insediamento militare romano, da cui il toponimo latino “miles, soldato”.
Nel Medioevo il paese appartenne al giudicato di Arborea diventando sede della curatoria e mantenendo la funzione di capoluogo anche dopo la fine dei giudicati.
Durante la seconda guerra mondiale ospitò un aeroporto militare italo-tedesco, definito “aeroporto invisibile” in quanto nascosto dagli aranceti. In seguito all’abbattimento di un aereo nemico, venne individuato dagli Alleati e bombardato il 3 luglio del 1943, facendo anche vittime tra i civili. I caduti vennero seppelliti nel cimitero del paese, in una zona separata.
Passeggiando nell’’incantevole centro storico,rispettosamente conservato, si scorgono scorci caratteristici, edifici ottocenteschi, ville e chiese. Nella piazza principale sorge la parrocchiale di San Sebastiano, in stile gotico aragonese. L’ampio ingresso è sovrastato da un rosone in trachite rossa e al suo interno è custodito un antico Crocifisso. La chiesa ha subito modifiche nel tempo, tra cui il campanile adiacente, costruito negli anni cinquanta del XX secolo.
La chiesa di San Paolo, annessa al cimitero, è un pregevole esempio di architettura romanica in Sardegna. L’edificio ha pianta a croce commissa con abside a S/E e colpisce per via della spettacolare facciata costruita in opera bicroma, alternando filari di pietra calcarea chiara a filari di scuro basalto. Il diverso utilizzo del materiale costruttivo evidenzia due differenti fasi costruttive risalenti al XII e XIII secolo. L’edificio custodisce alcuni dipinti di scuola catalana, un altare barocco e delle sculture lignee.
Altra interessante sosta si può compiere nella chiesa di Santa Vittoria, nei cui pressi sono state rinvenute delle tombe risalenti al VI-VII secolo. L’abside è adornato da un imponente altare ligneo (XVII secolo) suddiviso in nicchie in cui campeggiano le statue di Santa Vittoria, Sant’Antioco e San Vincenzo.
La Chiesa di San Giorgio, sorta intorno al 1637 era in origine campestre, come le Chiese di San Pietro in Vincoli di Milis Pizzinnu (1300) e della Madonna del Buon Cammino, risalente al 1800, distanti rispettivamente due e un chilometro dal centro abitato, e quest’ultima, raggiungibile solo a piedi.
Meritano una speciale visita meritano anche le pregevoli architetture civili, cominciando dalla più centrale, l’antico Palazzo nobiliare Boyl, dinanzi alla chiesa parrocchiale. Costruito nel XVII sec. venne ampliato ed utilizzato come residenza estiva dai marchesi Boyl, originari del Piemonte e imparentati con i Savoia. Fu utilizzato come residenza estiva da personaggi illustri tra cui Carlo Felice, Carlo Alberto, il generale La Marmora, Grazia Deledda, Gabriele D’Annunzio e Honoré de Balzac. Oggi ospita il Museo del costume e del gioiello sardo.
Di grande interesse è il bosco di agrumi di Villa Flor, così come anche la Villa Pernis, sorta all’interno del paese. Fu costruita alla fine dell’Ottocento da Benvenuto Pernis per l’allevamento dei cavalli destinati all’esercito regio. Utilizzata come caserma militare durante la II^ guerra mondiale, è stata oggi restaurata e ospita un centro di servizi per il turismo.
Numerosi sono gli eventi che animano il paese nel corso dell’anno, dalla suddetta rassegna dei vini novelli, alla "Vega", festival di danza e musica etnica e ancora alla "Primavera in giardino", fiera floreale con esposizione di fiori e piante.